L’Associazione Casa del Cinema di Trieste presenta la mostra “Trieste, città di spie”, locandine e poster di film di spionaggio girati a Trieste o ambientati nella città, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni ’60, dalle collezioni della Cineteca del Friuli di Gemona, a cura di Tiziana Ciancetta e Gianluca Guerra.
La mostra “Trieste, città di spie”, realizzata con il contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia (bando regionale Contenitori Culturali e Creativi), inaugurerà venerdì 22 novembre alle ore 18:00 presso l’atrio della Casa del Cinema di Trieste Annamaria Percavassi in Piazza Duca degli Abruzzi 3.
L’esposizione rimarrà poi aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 18:00 all’interno del palazzo della Casa del Cinema ad ingresso gratuito fino al 24 gennaio (giorni di chiusura: 24, 25, 26, 31 dicembre, 1 e 6 gennaio).
La mostra Trieste Città di Spie a cura di Tiziana Ciancetta e Gianluca Guerra esplora la rappresentazione cinematografica della Trieste del dopoguerra, un luogo che, più di ogni altro in Italia, ha incarnato la tensione politica tra le superpotenze. Questa esposizione ci guida attraverso le locandine e i poster di film ispirati alla “questione di Trieste,” dal 1945 al 1954, anno in cui la città fu restituita all’Italia settanta anni fa, fino ai film di genere Eurospy degli anni ’60 che trovano in Trieste una location ideale per i loro avventurosi intrighi internazionali.
Nel periodo tra il 1945 e il 1954, Trieste fu al centro di un intenso dibattito internazionale. Questa disputa, nata dal crollo del nazifascismo e dall’emergere della guerra fredda, opponeva le potenze occidentali, come Stati Uniti e Gran Bretagna, alla Jugoslavia comunista, supportata dall’Unione Sovietica. La città divenne simbolo della “cortina di ferro” che, come disse Winston Churchill nel 1946, si estendeva “da Stettino nel Baltico fino a Trieste nell’Adriatico.” Le strade di Trieste si riempivano di agenti segreti, diplomatici, militari, e politici, tutti impegnati a difendere o conquistare posizioni strategiche.
Questa atmosfera di sospetti, fughe e doppi giochi ha alimentato l’immaginario cinematografico. La mostra espone locandine di quei film che, in pieno clima di guerra fredda, rappresentavano Trieste come un luogo turbolento, popolato da spie e intrighi internazionali. Corriere diplomatico è uno dei primi esempi di come la città venga ritratta come un centro di traffici loschi, mentre film come Mr. Arkadin di Orson Welles (1954) dipingono Trieste come una destinazione pericolosa e avventurosa, densa di misteri. Anche il celebre Dalla Russia con amore, secondo capitolo della saga di James Bond, cita Trieste come primo avamposto occidentale oltre la cortina di ferro.
Negli anni ‘60, l’immagine di Trieste si arricchisce ulteriormente grazie ai film del genere “Eurospy,” un curioso filone ispirato al successo internazionale di 007. Trieste diventa lo scenario ideale per nuove pellicole che giocano con il fascino dello spionaggio. In queste produzioni colorate e avventurose, tra pop art e minacce atomiche, emergono spie italiane dai nomi improbabili come Agente 008, 777 e OSS77, che si muovono in una Trieste rappresentata come un set di transito e scambio per spie di ogni sorta. Questi film, spesso girati nei padiglioni della Fiera Campionaria di Montebello negli studi Ceria, catturano anche l’aura di Trieste come città di frontiera.
Trieste Città di Spie esplora quindi questo doppio volto cinematografico della città: prima come simbolo delle tensioni della guerra fredda e poi come set per film di intrattenimento che celebrano il fascino dell’avventura e della spia. Attraverso locandine, poster e immagini di film che spaziano dal dopoguerra agli anni ‘60, la mostra restituisce l’immagine di una Trieste che incarna, nel cinema, l’intreccio tra realtà storica e immaginario collettivo.
CON IL CONTRIBUTO DE
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
A CURA DI:
Tiziana Ciancetta, Gianluca Guerra con il supporto di Ivan Marin (La Cineteca del Friuli)
PROGETTAZIONE GRAFICA:
La Furia Studio – Laura Gorlato
COORDINAMENTO:
Elisa Rossetto
ALLESTIMENTO:
Alessandro Benedetti
STAMPA:
Art Group Graphics