L’ASSOCIAZIONE CASA DEL CINEMA DI TRIESTE PRESENTA #CINEMANORDEST LA RASSEGNA ANNUALE DEDICATA AL CINEMA GIRATO, PRODOTTO E AMBIENTATO NELLE TRE VENEZIE, PROMOSSA DAL COMUNE NELL’AMBITO DI “TRIESTE ESTATE 2024” A PARTIRE DA LUNEDÌ 8 LUGLIO

Nelle serate da lunedì 8 a venerdì 12 luglio, sempre con inizio alle ore 21.00 e a ingresso libero, l’Associazione Casa del Cinema di Trieste presenta la rassegna #CINEMANORDEST nella cornice del Giardino del Cinema, l’arena estiva del Giardino Pubblico Muzio de Tommasini (ingresso lato Via Giulia / largo Tomizza). La rassegna si svolge nell’ambito della 21a edizione di “Trieste Estate”, rassegna estiva organizzata dal Comune di Trieste con il sostegno di PromoTurismoFvg e la collaborazione del Trieste Convention & Visitors Bureau

Il cinema del Nordest, girato, prodotto e ambientato tra i luoghi, le genti e le culture delle Tre Venezie, da sempre al centro di incontri e proiezioni organizzate dalle associazioni di cultura cinematografica triestine, è il focus di #CINEMANORDEST, il cui programma propone alcuni titoli rappresentativi della produzione più recente, tra fiction e documentario, e un omaggio a Carlo Mazzacurati, regista padovano “cantore del Nordest”, nel decennale della sua prematura scomparsa. 

Il ciclo comincia lunedì 8 luglio con “Diabolik – Ginko all’attacco!” dei Manetti Bros., secondo capitolo della trilogia dedicata al celebre personaggio dei fumetti creato dalle sorelle Giussani. A Clerville, Diabolik e Eva Kant rubano una preziosa corona presso il museo della città, ma quando cercano di avvicinarsi alla pregiata collezione Armen, cadono nell’inaspettata trappola tesa dall’ispettore Ginko. Diabolik scappa, Eva fa perdere le sue tracce. Scovato l’impenetrabile rifugio del “Re del terrore”, con tutta la refurtiva di una vita, l’ispettore lo fa sorvegliare notte e giorno per cercare di arrestarlo una volta e per tutte ma l’arrivo della Duchessa di Vallenberg in città, porterà altri grattacapi per Ginko. Girato tra Milano, Bologna e Trieste.

La rassegna prosegue martedì 9 luglio con “Trieste – gli anni della psicoanalisi” di Giampaolo Penco. Il film prende spunto dai busti di pietra e bronzo che si trovano all’interno del Giardino Pubblico di Trieste, immaginando che vi siano rimaste anche le voci di chi ha parlato di Trieste. Sono protagonisti gli anni del primo dopoguerra, e le nevrosi, di cui le classi borghesi e gli intellettuali di quel periodo erano convinti di essere afflitti. Attraverso le voci e le testimonianze provenienti dal passato, analizzate da un punto di vista psicoanalitico, entriamo nella coscienza della città, nei suoi dubbi, nelle sue divisioni. E come racconta Cesare Musatti, attraverso i triestini Edoardo Weiss, Ferruccio Banissoni, Vittorio Benussi che avevano studiato a Vienna e Graz, la diffusione della psicoanalisi arriverà in tutta Italia. Prodotto da Videoest, scritto e diretto da Giampaolo Penco. Realizzato con il supporto del Fondo Audiovisivo FVG e la FVG Film Commission.

L’appuntamento di mercoledì 10 luglio propone la proiezione in anteprima di “Riders” (Jezdeca) di Dominik Mencej in versione originale sottotitolata. Nella primavera del 1999, due amici nati e cresciuti in un piccolo villaggio sloveno decidono di modificare i loro motorini in chopper e di partire per un viaggio senza destinazione, alla ricerca di amore e libertà. Sulla strada attraverso la Slovenia e la Croazia, due Paesi da poco separati dalla Jugoslavia, sono accompagnati da una giovane donna in fuga dal passato misterioso e da un vecchio motociclista. I valori personali vengono messi alla prova e il libero arbitrio viene messo in discussione. La serata è presentata in collaborazione con Transmedia, Slovenski Klub, Kinoatelje.

Spazio al cinema documentario giovedì 11 luglio con “50 Anni di CLU – Lavoratori Uniti Franco Basaglia Cooperativa Sociale” di Erika Rossi presentato in collaborazione con il Forum Salute Mentale APS. Il 16 dicembre 1972 a Trieste nasce la prima cooperativa sociale del mondo. L’avevano costituita 28 persone: due sociologi, due psicologi, cinque infermieri, un assistente sanitario, due medici e sedici privati che hanno tutti lo stesso indirizzo di residenza: via San Cilino 16, Trieste. Sono internati in ospedale psichiatrico e quindi non hanno diritti civili e politici: non possono votare, contrarre matrimonio, fare testamento. Figurarsi fondare una cooperativa. Così il Tribunale di Trieste rigettava l’istanza di costituzione della cooperativa. Sarebbe stata una lunga marcia attraverso le Istituzioni. “Le persone che resero possibile quel cambiamento fortunatamente sono ancora qui e ce lo possono raccontare, e dimostrarci che cambiare il mondo è possibile.” (E. Rossi)

Serata conclusiva venerdì 12 luglio con la versione restaurata di “Il toro” di Carlo Mazzacurati con Diego Abatantuono, Roberto Citran, Marco Messeri e Marco Paolini. Omaggio a Carlo Mazzacurati, regista padovano “cantore del Nordest”, scomparso prematuramente dieci anni fa: premio Leone d’Argento a Venezia nel 1994, “Il Toro” è un road-movie girato tra Italia e Ungheria con protagonisti Diego Abatantuono e Roberto Citran. Franco e Loris, l’inserviente licenziato di un allevamento bovino e un piccolo allevatore sull’orlo del fallimento, sono in viaggio dal Nord Italia all’Ungheria, in camion, in treno, a piedi. Li accompagna il toro Corinto, il numero cinque al mondo, campione della riproduzione artificiale, che i due hanno rubato all’allevamento e vogliono vendere. E il suo ritmo imponente e inerme è anche quello su cui si calibra il ritmo del film: scorrevole e senza fretta, con lunghe pause “ruminanti” durante le quali Franco e Loris sfiorano la tristezza della guerra, la desolazione di profughi, l’arroganza di quelli che fanno affari nella terra di nessuno dell’ex socialismo. “Nel Toro ci sono tutti gli elementi della tradizione classica del western – pensavo a Il grande cielo, al punto di vista che ha Hawks, così morale, democratico, alla sua idea del commercio, della libertà – assieme a un’attenzione un po’ imbarazzata al contesto dell’oggi”. (Carlo Mazzacurati). Copia proveniente da Cineteca di Bologna per concessione di RTIMediaset. Restaurato da Cineteca di Bologna, in collaborazione con RTI-Mediaset e Infinity+ con il sostegno di MiC, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

A cura dell’Associazione Casa del Cinema di Trieste

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili

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