Testo presentazione lungo:

Il Teatro Miela ospiterà ancora una volta il festival cinematografico transfrontaliero Omaggio a una visione, che il Kinoatelje organizza per la 24° volta in collaborazione con numerosi partner. La carovana cinematografica farà tappa in diverse città tra la Slovenia e l’Italia, ma il fulcro del programma si svolgerà nel lasso di tre giorni tra Nova Gorica e Gorizia. Durante il festival presenteremo le opere sia di autori affermati, come quelle dell’ospite di quest’anno, il vincitore del Premio Darko Bratina, Stephan Komandarev, nonché una selezione di cortometraggi raccolta nella sezione Primi Voli. Questa continua ad essere guidata dal desiderio di proporre freschi, innovativi ed eclettici cortometraggi di tutti i generi che tendono alla ricerca di nuovi linguaggi cinematografici.

Il Kinoatelje con il Premio Darko Bratina omaggia autrici e autori cinematografici che, con la loro coinvolgente cinematografia, offrono allo spettatore l’opportunità di riflettere su temi spesso ai margini della società contemporanea e che testimoniano il potere trasformativo, umanistico e poetico delle immagini in movimento. Komandarev per la sua approfondita produzione di film documentari e lungometraggi, che negli ultimi tre decenni ha segnato il cinema non solo bulgaro ma anche quello europeo con la narrativa riconoscibile di un pensatore critico contemporaneo. Costringe lo spettatore a mettere in discussione il significato dell’ideologia e della religione, della precarietà dei confini etnici e nazionali, degli squilibri sociali e della corruzione politica.

 

Il ricco programma comprenderà anche una retrospettiva sulle edizioni precedenti, poiché a Omaggio a una visione torna uno dei vecchi amici del festival. In collaborazione con l’associazione armena dei direttori della fotografia e con il mago del cinema armeno Harutin Khachatryan, vincitore del Premio Darko Bratina 2009, festeggeremo i cento anni del cinema armeno con una selezione di corti e di lungometraggi. Il festival, che si fonda sui valori del dialogo interculturale, rientra anche nel programma della Capitale Europea della Cultura GO! 2025.

 

Lunedì 16/10/2023

 

Teatro Miela

18.00 Nuovo ordine, vecchi confini

incontro con lo scrittore e giornalista Dimiter Kenarov

 

18.30 Back to Rock, Gor Yengoyan, Armine Harutyunyan, 2023, 9’, AM, sub ita

Confine, Harutyun Khachatryan, 2009, 82′, AM, sub ita

incontro con il regista Harutyun Khachatryan

 

21.00 Il giudizio, Stephan Komandarev, 2014, 107’, BG, DE, HR, sub ita

 

Nuovo ordine, vecchi confini

incontro

Incontro con Dimiter Kenarov, giornalista, scrittore e professore presso il Dipartimento di Giornalismo dell’Università Americana di Blagoevgrad in Bulgaria.

In ogni periodo della storia, i confini, sia fisici che psicologici, si manifestano in modo diverso. A volte si espandono, come in tempi di cambiamenti politici radicali, e talvolta rimangono immutati o addirittura si restringono. Un giorno, davanti a noi compare una visione del futuro, il giorno dopo, invece, il nostro unico orizzonte possibile è rappresentato dal passato; in un momento percepiamo lo scorrere del tempo come un movimento in avanti, e poi ci ritroviamo in uno schema ciclico, dove tutto sembra esattamente e terribilmente uguale. In che modo la nostra mutevole percezione dei confini e del tempo stesso influisce sull’ordine sociale e politico? Potrebbe essere che, nonostante i rapidi progressi tecnologici della nostra epoca, siamo rimasti bloccati nello stesso posto?  

 

Back to Rock

Gor Jengojan, Armine Harutjunjan, Armenija, 2023, 9′

A causa dell’evoluzione, le persone si trasformano in creature senza sesso e senza volto, praticamente prive di qualsiasi emozione, che vivono seguendo i comandi e limitandosi a procurarsi cibo ed energia. Ma la natura umana è immutabile e il desiderio di libertà e originalità non può essere controllato.

 

Confine (Border)

Harutyun Khachatryan, Olanda, Armenia, 2009, 82′

La storia è ambientata nel periodo dopo la caduta dell’Unione Sovietica, in seguito alla guerra armeno-azera, in un’epoca in cui l’enorme impero si sfaldò lasciando dietro a sé numerosi conflitti tra i popoli. Il film racconta la storia di un villaggio vicino al territorio conteso, dove i benefattori di discendenti armeni provenienti dall’America aprirono una mensa di beneficenza, e di una vicina fattoria dove trovavano lavoro i rifugiati provenienti da diversi luoghi. La storia inizia quando gli abitanti del villaggio si imbattono in un bufalo ferito, mezzo morto, incastrato nel filo spinato al confine. Il bufalo viene portato in una fattoria dove diventa un estraneo e un nemico per i cani da guardia, per gli animali che vi si sono rifugiati e per i profughi stanchi della guerra, la cui violenza è fomentata dalle esplosioni. Attraverso gli occhi del bufalo, osserviamo la vita del villaggio in tutte le stagioni. Passano l’estate, l’autunno e l’inverno. Il tempo cambia, ma la vita monotona del villaggio continua con lo stesso lento ritmo. Seguendo il bufalo, osserviamo anche la vita intorno alla fattoria e al villaggio.

 

Il giudizio (The Judgement)

Bulgaria, Germania, Croazia, Macedonia, 2014, 107′

Mitio ha perso tutto ciò che aveva di importante: la moglie, il lavoro e la speranza. Quando sta per perdere la fiducia dell’unico figlio Vasko, per disperazione accetta di fare il passeur per gli immigrati illegali dalla Siria attraverso un passo di montagna in Bulgaria. Non resta che un ultimo viaggio. Mentre Mitio è in balia del Monte del Giudizio e ha un disperato bisogno dell’aiuto del figlio, sempre più distante, scopre se il terribile peccato commesso 25 anni prima può essere perdonato.

 

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