[:it]Raccontare con un video il magico intreccio che si crea tra paesaggio, vino e musica durante il festival Jazz&Wine of Peace, che ogni anno porta in alcune tra le più prestigiose cantine vinicole del Collio i grandi nomi del jazz internazionale. È la sfida lanciata a tutti i giovani videomaker d’Italia lo scorso anno, per la prima volta, dal Circolo Controtempo e dalla Casa del Cinema di Trieste, due realtà d’eccellenza nei rispettivi campi: la musica jazz e la “settima arte”. Le due associazioni hanno deciso di unirsi in nome della contaminazione artistica per dare vita alla prima edizione del concorso “Jazz, Wine & Movie”. Il contest, che mette in palio un premio di 1500 euro al miglior cortometraggio, ha consentito a quattro giovani videomaker, selezionati tra i numerosi partecipanti in base al loro curriculum dagli esperti della Casa del Cinema, di assistere all’ultima edizione del festival Jazz & Wine of Peace. I quattro finalisti hanno così soggiornato per alcuni giorni nel Collio, alla ricerca d’ispirazione per raccontare con la propria videocamera, in un corto della durata massima di 12 minuti, le atmosfere e le emozioni che la musica, il vino e il territorio sono in grado di trasmettere.
Domenica 12 febbraio, all’Enoteca di Cormòns, sono stati proiettati i cortometraggi realizzati dai quattro finalisti del concorso ed è stato premiato il vincitore di questa prima edizione, il romano d’origine e triestino d’adozione Pierpaolo Verdecchi. Classe 1977, il vincitore ha alle spalle numerosi progetti e collaborazioni, soprattutto in ambito documentaristico, come regista, operatore video e assistente alla fotografia. Ha lavorato ad esempio per il programma di Rai3 “La storia siamo noi” e per il documentario “Terzo Tempo”, in onda su Rai3, con Luca Zingaretti e la regia di Andrea Salomone, sulla squadra di calcio San Paolo di Roma. Gli altri finalisti erano Massimiliano Milic, Luca Zuccolo e Silvia Luciani. Il video-racconto di Verdecchi ha convinto la giuria, composta da rappresentanti della Casa del Cinema e del Circolo Controtempo, per la peculiarità del montaggio e la qualità tecnica delle riprese. “Attraverso un montaggio serrato, che affianca spezzoni di concerti, brindisi con alcuni tra i vini più prestigiosi del Collio e il duro lavoro sui filari delle vigne – spiegano Chiara Valenti Omero, di Casa del Cinema e Paola Martini di Controtempo – il suo corto ha saputo cogliere al meglio lo spirito di Jazz&Wine of Peace”. “Durante le giornate del Festival ho avuto la possibilità di scoprire un territorio denso di storie e di nodi – racconta il vincitore -. Attraverso l’uso del mezzo filmico mi sono perso nella musica, nel paesaggio e nella ricerca delle immagini d’archivio del paese. Grazie ai Tocs di Cormòns ho potuto accedere alle fotografie dimenticate, che qualcuno prende e salva dall’oblio. Con il montaggio ho tentato di tessere, allontanando e avvicinando, un passato dimenticato e un presente che sembra assente, che qui riesce a manifestarsi nella musica o nella produzione di ottimi vini, che assieme forse uniscono più delle parole o delle immagini. E’ stata un’occasione per tentare di fondere quello che (non) si vede e quello che (non) si ascolta”[:]

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