E’ il Regio Ufficio del Lavoro Portuale ad ordinare la costruzione de La Casa del Lavoratore Portuale, insieme al Sindacato Fascista Lavoratori dei Porti e alle compagnie portuali Lino Domeneghini, Odoardo Huetter, Tommaso Gulli e Ettore Saletnig che ne diverranno successivamente proprietarie.

La progettazione viene affidata all’ingegnere civile Giuseppe Zaccaria (1900-1976), allora funzionario presso i Pubblici Magazzini Generali di Trieste, l’attuale Autorità Portuale. L’idea di fondo è quella di costruire un elemento di raccordo con il magazzino doganale ferroviario, in un’ area strategica del Porto Vittorio Emanuele III, crocevia di traffici ferroviari, marittimi e viari. Il lotto individuato, originariamente ospitava la pescheria, poi demolita e trasferita nel 1911 nell’edificio realizzato a firma di Giorgio Polli, lungo la Riva Nazario Sauro.

La gestazione del progetto è piuttosto lunga, anche per i frequenti blocchi imposti dalla Commissione edilizia comunale che tendevano a limitare l’utilizzo di materiali come cemento armato e il ferro, per i quali era necessario rivolgersi direttamente al Ministero dell’Interno. In una lettera indirizzata nel luglio del 1938 al podestà Enrico Paolo Salem, il Regio Commissario dei Magazzini generali Carlo Perusino manifesta il proposito di avviare il cantiere con la posa della prima pietra in occasione dell’imminente visita del Duce a Trieste.

Tuttavia, nonostante l’urgenza manifestata, il progetto richiede ancora diverse revisioni, in particolare per la soluzione delle facciate, con la richiesta da parte dei tecnici comunali di “ristudiarle”, ponendo attenzione alla geometria degli elementi lapidei del rivestimento da armonizzare con le aperture e la parte conclusiva dei cornicioni che, si chiede, venga “alleggerita” eliminando i pilastrini. L’avvio dei lavori avviene il 18 settembre 1938, con una sbrigativa cerimonia ufficiale alla quale partecipa Benito Mussolini, impegnato contestualmente nei cantieri della Casa del Fascio, dell’edificio del Rettorato dell’Università, della casa dell’ONB e all’inaugurazione del Banco di Napoli.

Il rilascio del nullaosta alla costruzione viene concesso il 15 giugno 1939. I lavori partono il successivo 2 luglio per un costo complessivo previsto di 3.000.000 di lire. L’abitabilità viene rilasciata, dopo il necessario sopralluogo commissionale, il 7 agosto 1942.

Fonti bibliografiche

s.a., Le opere del Comune. Il Corso Cavour, in Rivista mensile della città di Trieste, n. A. 7, n. 2 (febbraio 1934).

s.a., Le opere del Comune. I lavori stradali, in Rivista mensile della città di Trieste, n. A. 9, n. 1 (ottobre 1936).

Ministero dei Lavori Pubblici (a cura di Ugo Sartori e Carlo Tigoli), Le opere pubbliche nella Venezia Giulia,1918-1938, XVI, Stabilimento Enrico Ricci, Roma, 1938.

Alfieri Seri, Trieste anni Trenta. Momenti di vita triestina e cronaca della trasformazione edilizia, ed. Italo Svevo, Trieste, 1982.

Antonella Caroli, I Lagerhäuser di Trieste, in Archivio di Stato, Biblioteca statale di Trieste, Soprintendenza archivistica per il Friuli Venezia Giulia, L’evoluzione delle strutture portuali della Trieste moderna tra ‘800 e ‘900, catalogo della mostra31 gennaio – 27 febbraio 2004, Trieste, 2004.

Paolo Nicoloso, Federica Rovello, Trieste 1918-1954. Guida all’architettura, MGS Press, Trieste, 2005.

Fonti archivistiche

Comune di Trieste, Archivio tecnico, dis. n. 13544

Comune di Trieste, Archivio generale, Ufficio Tecnico, prot. corr. 448/1938

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